Francesco Vincenzi di Anbi: l’agenda positiva per la transizione ecologica attraverso l’agricoltura e l’acqua

Francesco Vincenzi, presidente di Anbi (Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue), e attuale presidente di Euwma (European Union Water Management Associations), sostiene che l’agricoltura non deve essere contrapposta all’ambiente, ma è piuttosto la risposta positiva e concreta alla transizione ecologica, affermando che è cruciale considerare le politiche legate all’acqua a livello globale ed europeo.

Nonostante l’Osservatorio sulle risorse idriche indichi che l’Italia è tornata a un regime idrico di normalità, Vincenzi avverte che i rischi persistono, evidenziando la fragilità del territorio italiano sia per la sua conformazione geografica che per la mancanza di infrastrutture adeguate. Sottolinea che non possiamo permetterci di dimenticare gli impatti della siccità e degli eventi calamitosi che hanno colpito alcune regioni, come Romagna, Marche e Toscana.

Anbi propone un approccio proattivo per affrontare i cambiamenti climatici, puntando all’adattamento attraverso la prevenzione e l’infrastrutturazione del Paese. Vincenzi insiste sul fatto che investire in prevenzione è essenziale, non solo economicamente, ma anche socialmente, pur riconoscendo che potrebbe non essere una scelta popolare dal punto di vista elettorale.

La proposta chiave di Anbi è quella di creare diecimila invasi per aumentare il trattenimento delle acque. Questo progetto mira a garantire un approvvigionamento idrico costante per tutti i territori, riducendo la dipendenza da autobotti e assicurando acqua pulita per i cittadini, produzione di energia elettrica e supporto all’agricoltura per raggiungere obiettivi di sovranità alimentare. Vincenzi enfatizza che l’attuale trattenimento dell’acqua in Italia è solo dell’11%, sottolineando la necessità di raggiungere almeno il 35% per assicurare la sicurezza dei territori e delle economie locali.

L’85% del cibo italiano proviene dall’agricoltura irrigua, afferma Vincenzi, sottolineando la necessità di sostenere infrastrutture che garantiscano una fornitura adeguata di acqua, investire in innovazione e tecnologia, e recuperare le acque disperse. Egli evidenzia che questa strategia non solo supporterebbe la produzione alimentare ed energetica, ma contribuirebbe anche a mantenere l’ambiente grazie ai oltre 20mila km di canali per l’acqua irrigua.

Vincenzi conclude affermando che a livello europeo è cruciale cambiare i regolamenti che penalizzano l’agricoltura e che spesso contrappongono l’agricoltura all’ambiente. Invita a riportare in Europa la cultura dell’acqua irrigua, sottolineando che l’agricoltura è fondamentale per la transizione ecologica e che la gestione delle politiche sull’acqua deve avvenire a livello globale ed europeo, tenendo conto delle attuali sfide geopolitiche.

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